Eros
Moderatore: Dr. Adriano Legacci
Re: Eros
Eros ed arte/1
Dall’antichità l’eros è fonte d’ispirazione per versi poetici, racconti, romanzi; venne espresso in opere scultoree, ceramiche dipinte, affreschi ed oggetti d'uso quotidiano.
L'iconografia erotica dell'arte greco-romana aveva legami con la religiosità, la simbologia e la mitologia.
Il vasto repertorio iconografico erotico antico comprende il corpo nudo del guerriero, dell’atleta o della divinità. Le prime rappresentazioni scultoree della nudità maschile furono i kouroi (kouros = ragazzo); seguirono le più tarde raffigurazioni femminili, le korai (kòré=ragazza): l’Afrodite di Cnido è un archetipo.
I soggetti raffigurati sulla ceramica simposiale sono uomini, nobili e appartenenti al ceto dominante, che amano vedersi rappresentati durante il banchetto, con presenze femminili, come le eteree.
Nel mondo antico la sessualità veniva anche sacralizzata, a prescindere dalla funzione riproduttiva.
Sculture di falli eretti che simboleggiavano la fertilità erano collocati in alcuni templi oppure agli incroci delle strade, con significati apotropaici,per esempio le erme con i falli eretti. Quell’erotismo esprimeva una sacralità che fu rifiutata dal cristianesimo, ma tollerò le raffigurazioni amorose ispirate dalla mitologia come espressione di un erotismo che l'iconografia cristiana non offriva e che la morale cattolica condannava. Ne è testimonianza il successo che ebbe il tema dell'"amore degli dei", in primis Zeus, che si trasforma in cigno per conquistare Leda; in pioggia d'oro per sedurre Danae; in aquila per portare via Ganimede; in toro bianco per conquistare e rapire Europa…
Nonostante il controllo del clero, nel medioevo furono realizzate le immagini erotiche. Gli artisti poterono raffigurare la nudità maschile e femminile col pretesto di rappresentare episodi biblici.
A Massa Marittima (in provincia di Grosseto) c’è l'albero della fecondità, affrescato tra il 1265 ed 1335. Sui rami dell’albero pendono 25 falli maschili in posizione eretta, due donne si accapigliano per contendersi uno dei falli, mentre neri volatili volteggiano minacciosi.
Sono fiorentine e risalgono al ‘400 alcune delle prime stampe erotiche, ‘tirate’ prima del Savonarola e dei suoi roghi alla fine del XV secolo.
Nel Rinascimento ci fu l’ideale collegamento culturale con l’antichità classica greco-romana e numerosi committenti, fra cui prelati (papi, cardinali, vescovi) vollero raffigurate erotiche scene mitologiche nei soffitti o sulle pareti delle loro dimore, ma anche sulle tele, come la Venere del Tiziano, la quale maliziosamente si copre il pube con la mano; quelle del Correggio: “L’educazione di Cupido” e “Venere e Cupido spiati da un satiro”. In questo dipinto la dea dell’amore rappresenta il fulcro della composizione: il suo corpo sembra provocare l’osservatore, mentre il satiro con sguardo concupiscente solleva il drappo che copre madre e figlio addormentati. Il satiro simboleggia l’erotismo che emana da Venere.
Dopo il Concilio di Trento e la Controriforma la Chiesa ordinò di coprire le zone genitali nei dipinti e nelle statue. A Daniele da Volterra fu ordinato di mettere le “mutande” ai nudi affrescati da Michelangelo nella Cappella Sistina.
Dall’antichità l’eros è fonte d’ispirazione per versi poetici, racconti, romanzi; venne espresso in opere scultoree, ceramiche dipinte, affreschi ed oggetti d'uso quotidiano.
L'iconografia erotica dell'arte greco-romana aveva legami con la religiosità, la simbologia e la mitologia.
Il vasto repertorio iconografico erotico antico comprende il corpo nudo del guerriero, dell’atleta o della divinità. Le prime rappresentazioni scultoree della nudità maschile furono i kouroi (kouros = ragazzo); seguirono le più tarde raffigurazioni femminili, le korai (kòré=ragazza): l’Afrodite di Cnido è un archetipo.
I soggetti raffigurati sulla ceramica simposiale sono uomini, nobili e appartenenti al ceto dominante, che amano vedersi rappresentati durante il banchetto, con presenze femminili, come le eteree.
Nel mondo antico la sessualità veniva anche sacralizzata, a prescindere dalla funzione riproduttiva.
Sculture di falli eretti che simboleggiavano la fertilità erano collocati in alcuni templi oppure agli incroci delle strade, con significati apotropaici,per esempio le erme con i falli eretti. Quell’erotismo esprimeva una sacralità che fu rifiutata dal cristianesimo, ma tollerò le raffigurazioni amorose ispirate dalla mitologia come espressione di un erotismo che l'iconografia cristiana non offriva e che la morale cattolica condannava. Ne è testimonianza il successo che ebbe il tema dell'"amore degli dei", in primis Zeus, che si trasforma in cigno per conquistare Leda; in pioggia d'oro per sedurre Danae; in aquila per portare via Ganimede; in toro bianco per conquistare e rapire Europa…
Nonostante il controllo del clero, nel medioevo furono realizzate le immagini erotiche. Gli artisti poterono raffigurare la nudità maschile e femminile col pretesto di rappresentare episodi biblici.
A Massa Marittima (in provincia di Grosseto) c’è l'albero della fecondità, affrescato tra il 1265 ed 1335. Sui rami dell’albero pendono 25 falli maschili in posizione eretta, due donne si accapigliano per contendersi uno dei falli, mentre neri volatili volteggiano minacciosi.
Sono fiorentine e risalgono al ‘400 alcune delle prime stampe erotiche, ‘tirate’ prima del Savonarola e dei suoi roghi alla fine del XV secolo.
Nel Rinascimento ci fu l’ideale collegamento culturale con l’antichità classica greco-romana e numerosi committenti, fra cui prelati (papi, cardinali, vescovi) vollero raffigurate erotiche scene mitologiche nei soffitti o sulle pareti delle loro dimore, ma anche sulle tele, come la Venere del Tiziano, la quale maliziosamente si copre il pube con la mano; quelle del Correggio: “L’educazione di Cupido” e “Venere e Cupido spiati da un satiro”. In questo dipinto la dea dell’amore rappresenta il fulcro della composizione: il suo corpo sembra provocare l’osservatore, mentre il satiro con sguardo concupiscente solleva il drappo che copre madre e figlio addormentati. Il satiro simboleggia l’erotismo che emana da Venere.
Dopo il Concilio di Trento e la Controriforma la Chiesa ordinò di coprire le zone genitali nei dipinti e nelle statue. A Daniele da Volterra fu ordinato di mettere le “mutande” ai nudi affrescati da Michelangelo nella Cappella Sistina.
Re: Eros
Guardate, questa annunciazione è a Cortona, anche questo è erotico, a suo modo, è stupendo.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... framed.jpg
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... framed.jpg
Re: Eros
Eros è anche quello che lo guardi e ti colpisce, le ali d'oro, l'Angelo, il bagliore, i colori, i particolari, soprattutto dove il capolavoro è isolato da altri, dove è unico, seminascosto in un museetto sconosciuto, di quarta categoria, dove ci sei solo tu e tre turisti, a guardare 

Re: Eros
e questo fa pensarefrancesca ha scritto:ehm, dopo il restauro i simboli fallici sono stati mutilati, e l'albero è stato castrato:)
Daniele da Volterra è vivo!
quello che otto secoli fa 'un "oscuro Medioevo" non ha censurato, il XXI secolo ha castrato.
che vorrà dire?
Re: Eros
Gentile Davide, l'argomento che mi proponi è interessante e se ne potrebbe dialogare per molto. La letteratura è ampia su questo tema, fin dall'antichità.Davide49 ha scritto:è una cosa che Panorama deve ancora trattare, il rapporto fra erotismo e denaro, erotismo e potere.
ci si può chiedere se il denaro è erotico, ma è indubbio che oggi l'erotismo è denaro, oggi fa fare soldi, tanti soldi.
Nei nostri giorni il caso eclatante è Berlusconi, Minetti ed altre. Per loro era "burlesque"...
Per quanto riguarda l'erotismo nell'arte, vorrei dedicare altri due post, poi, forse, aggiungerò Eros e mitologia, che è già nel mio diario, perciò in parte sarebbe una replica.
Re: Eros
Eros ed arte/2
Che ne dite del cinquecentesco dipinto erotico denominato “Due amanti” ? Fu realizzato da Giulio Romano, allievo di Raffaello Sanzio.

Nel ‘600 oltre ai testi letterari sono numerosi i dipinti erotici ispirati dalla mitologia. La donna viene rappresentata florida, come la “Danae” di Rembrandt

o la Cibele di Pieter Paul Rubens

(Rubens: l’unione tra Terra ed Acqua, allegoria della fortuna, rappresentata dagli dei Cibele e Nettuno.
La dea sorregge nella mano destra frutta rigogliosa e con la mano sinistra stringe quella del concupiscente Nettuno.
Nel ‘700 e nell’ ‘800 la rappresentazione artistica della nudità femminile e maschile è ancora collegata alla mitologia od alla religiosità, ma nel contempo non ha più bisogno di essere giustificata dalla natura mitologica o religiosa della scena in cui è inserita.
Nel ‘700 fra i tanti artisti che ispirandosi al mito di Eros crearono opere straordinarie, c’è l’italiano Antonio Canova il quale realizzò alcune sculture dedicate a Cupido, come la celebre “Amore e Psiche”. L’autore espresse il potere dell’amore fermando la scena all’istante prima del bacio. L’abbraccio dei due giovani è pieno di fiducia, complicità e passione. I loro corpi sono piegati in una torsione dinamica ma lo sguardo è fermo. Le braccia di Psiche quasi timidamente tirano verso il suo volto quello di Amore, chinato in avanti con le ali aperte.

Per l’800 vi segnalo il dipinto di Gustave Courbet “Origine du monde”, il quale evidenzia la cesura esistente tra la morale predominante nella società e le pulsioni erotiche più nascoste e represse. La zoomata di Courbet sulla parte erogena "più censurata" del nudo femminile fino ad allora mediato con "camuffamenti" e trasposizioni allegoriche, porta in primo piano l'oggetto del desiderio e delle fantasticherie erotiche maschili.
Che ne dite del cinquecentesco dipinto erotico denominato “Due amanti” ? Fu realizzato da Giulio Romano, allievo di Raffaello Sanzio.

Nel ‘600 oltre ai testi letterari sono numerosi i dipinti erotici ispirati dalla mitologia. La donna viene rappresentata florida, come la “Danae” di Rembrandt

o la Cibele di Pieter Paul Rubens
(Rubens: l’unione tra Terra ed Acqua, allegoria della fortuna, rappresentata dagli dei Cibele e Nettuno.
La dea sorregge nella mano destra frutta rigogliosa e con la mano sinistra stringe quella del concupiscente Nettuno.
Nel ‘700 e nell’ ‘800 la rappresentazione artistica della nudità femminile e maschile è ancora collegata alla mitologia od alla religiosità, ma nel contempo non ha più bisogno di essere giustificata dalla natura mitologica o religiosa della scena in cui è inserita.
Nel ‘700 fra i tanti artisti che ispirandosi al mito di Eros crearono opere straordinarie, c’è l’italiano Antonio Canova il quale realizzò alcune sculture dedicate a Cupido, come la celebre “Amore e Psiche”. L’autore espresse il potere dell’amore fermando la scena all’istante prima del bacio. L’abbraccio dei due giovani è pieno di fiducia, complicità e passione. I loro corpi sono piegati in una torsione dinamica ma lo sguardo è fermo. Le braccia di Psiche quasi timidamente tirano verso il suo volto quello di Amore, chinato in avanti con le ali aperte.

Per l’800 vi segnalo il dipinto di Gustave Courbet “Origine du monde”, il quale evidenzia la cesura esistente tra la morale predominante nella società e le pulsioni erotiche più nascoste e represse. La zoomata di Courbet sulla parte erogena "più censurata" del nudo femminile fino ad allora mediato con "camuffamenti" e trasposizioni allegoriche, porta in primo piano l'oggetto del desiderio e delle fantasticherie erotiche maschili.
Re: Eros
Eros ed arte/3
Nell'arte del Novecento l’eros ed il suo simbolismo sintetizzano l’atemporalità del tema, che viene manifestato anche attraverso nuovi mass media come il cinema, la fotografia, i manifesti pubblicitari, la moda.
Nel 1938 il pittore surrealista André Masson dipinse il quadro titolato “Cascata”, in cui considerò il mondo come un grande essere vivente dalle forme sinuose e femminili. L’anno successivo realizzò la “Terra erotica”, in cui considera il pianeta Terra come un corpo femminile e la vulva come una caverna in cui si entra e si esce.
Meno esplicito, ma non meno suggestivo è il quadro di Marc Chagall : “Nudo sopra Vitebsk”, realizzato nel 1933, che mostra il nudo femminile visto da dietro, disteso di fianco su un lenzuolo bianco, nella naturale posizione del sonno. Sotto di lei c’è la città russa di Vitebsk.
Sulla stessa linea artistica è Max Ernst con il quadro “'Île de France”: l'isola nella Senna è racchiusa in una giarrettiera e nel capezzolo di un seno alludenti alla femminilità di una Parigi sorniona e sensuale.
Nel nostro tempo le raffigurazioni erotiche possono suscitare reazioni contrastanti nel pubblico, perché il corpo è anche un universo simbolico, può sfiorare l’osceno ed urtare il comune senso del pudore.
La capacità del corpo di produrre significati dipende dal suo essere al centro dell’immaginazione, delle pulsioni, del desiderio. Il corpo dell’individuo diventa un corpo culturale, le norme che ne regolano la gestione sono rigide, non deve essere mostrato nella sua nudità; l’indumento diventa confine tra ciò che può essere considerato lecito o illecito, erotico o pornografico.
Se i genitali vengono rappresentati nelle statue o nei quadri non disturbano il comune senso del pudore, se invece sono sulle foto, vengono mostrati nei film o nella pubblicità possono creare disagio in chi guarda. Da cosa dipende tale dissonanza cognitiva ? Dal mezzo di comunicazione. L’arte è un medium che consente di ritenere accettabile anche la rappresentazione erotica.
Se un giornale pubblica la foto del dipinto di Gustave Courbet “L’origine del mondo” l'immagine non la si considera pornografica, se invece lo stesso giornale pubblica la foto che mostra un organo genitale in primo piano viene criticato o censurato.
Nell'arte del Novecento l’eros ed il suo simbolismo sintetizzano l’atemporalità del tema, che viene manifestato anche attraverso nuovi mass media come il cinema, la fotografia, i manifesti pubblicitari, la moda.
Nel 1938 il pittore surrealista André Masson dipinse il quadro titolato “Cascata”, in cui considerò il mondo come un grande essere vivente dalle forme sinuose e femminili. L’anno successivo realizzò la “Terra erotica”, in cui considera il pianeta Terra come un corpo femminile e la vulva come una caverna in cui si entra e si esce.
Meno esplicito, ma non meno suggestivo è il quadro di Marc Chagall : “Nudo sopra Vitebsk”, realizzato nel 1933, che mostra il nudo femminile visto da dietro, disteso di fianco su un lenzuolo bianco, nella naturale posizione del sonno. Sotto di lei c’è la città russa di Vitebsk.
Sulla stessa linea artistica è Max Ernst con il quadro “'Île de France”: l'isola nella Senna è racchiusa in una giarrettiera e nel capezzolo di un seno alludenti alla femminilità di una Parigi sorniona e sensuale.
Nel nostro tempo le raffigurazioni erotiche possono suscitare reazioni contrastanti nel pubblico, perché il corpo è anche un universo simbolico, può sfiorare l’osceno ed urtare il comune senso del pudore.
La capacità del corpo di produrre significati dipende dal suo essere al centro dell’immaginazione, delle pulsioni, del desiderio. Il corpo dell’individuo diventa un corpo culturale, le norme che ne regolano la gestione sono rigide, non deve essere mostrato nella sua nudità; l’indumento diventa confine tra ciò che può essere considerato lecito o illecito, erotico o pornografico.
Se i genitali vengono rappresentati nelle statue o nei quadri non disturbano il comune senso del pudore, se invece sono sulle foto, vengono mostrati nei film o nella pubblicità possono creare disagio in chi guarda. Da cosa dipende tale dissonanza cognitiva ? Dal mezzo di comunicazione. L’arte è un medium che consente di ritenere accettabile anche la rappresentazione erotica.
Se un giornale pubblica la foto del dipinto di Gustave Courbet “L’origine del mondo” l'immagine non la si considera pornografica, se invece lo stesso giornale pubblica la foto che mostra un organo genitale in primo piano viene criticato o censurato.
Re: Eros
l'arte.. e la religione.panorama ha scritto:
L’arte è un medium che consente di ritenere accettabile anche la rappresentazione erotica
ci sono rappresentazioni religiose che in realtà sono erotismo camuffato.
certi cristi o sansebastiani non sono soltanto pretesti per immagini di nudo (questo è del tutto ovvio) ma di sottile erotismo, non molto diversamente da certa scultura religiosa di epoca ellenistica e imperiale
Re: Eros
panorama ha scritto: Se un giornale pubblica la foto del dipinto di Gustave Courbet “L’origine del mondo” l'immagine non la si considera pornografica, se invece lo stesso giornale pubblica la foto che mostra un organo genitale in primo piano viene criticato o censurato.
e infatti io non faccio nessuna differenza fra quell'olio di Courbet e una foto dello stesso soggetto, solo perché una è fatta a mano e l'altra con un mezzo industriale.
o sono porno entrambe, o nessuna delle due lo è.