Marta ha scritto:cara CC ma se mi mancano gli amici cosa potrebbe fare uno psicoterapeuta?
In teoria la psicoterapia dovrebbe arrivare alle cause più profonde che sono alla base di questa tua prolungata mancanza di amicizie.
Attraverso la psicoterapia dovresti arrivare a conoscere talmente bene te stessa da riuscire a capire cosa in te allontana gli altri.
Conoscendo così bene te stessa ma anche gli altri e il mondo reale dovresti acquisire padronanza di te al punto tale da riuscire a porti al di sopra delle situazioni e a governarle per la parte che da te dipende.
Riuscire a vedere la situazione dall'esterno e dall'alto fa si che la dominiamo più che subirla senza renderci neppure conto di cosa sta veramente accadendo.
Spesso ciò che riusciamo a vedere di noi stessi da soli non è obiettivo, lo psicoterapeuta può vedere le cose con più chiarezza ma può anche sbagliare tutto quindi siamo soltanto noi a poter dire se ci sentiamo rappresentati da quanto dice!
Di solito una volta che uno ce le ha ben presenti si muove in maniera tale da eliminare queste barriere.
C'è anche chi scopre che la solitudine non gli dispiace poi così tanto ma un conto è la solitudine volontaria e momentanea un conto quella forzata e prolungata negli anni, che non dipende certo dalla nostra volontà.
Non è compito dello psicoterapeuta cercarti un fidanzato o amici, è suo compito aiutarti a vedere tutto ciò che tu non vedi e che tiene lontani gli altri da te.
Io per esempio sono sempre stata una persona esigente che tende a non far avvicinare gli altri, che si svaluta, non si sente all'altezza e pensa di non avere molto di buono da dare agli altri.
Dalle persone voglio tanto e ho sempre pensato che le vere amicizie si possono contare sulle dita di una mano.
Ho sempre avuto delle amicizie importanti, fatte di poche persone su cui veramente poter contare nel momento del bisogno mentre faccio una fatica immensa a portare avanti quei rapporti che non sono davvero profondi (vedi comitiva) e che nella vita servono più che altro per fare numero! (Tipo i 2000 amici virtuali su Facebook che nel momento del bisogno non credo ti possano stare davvero vicino, non lo so in quanto io non sono iscritta a Facebook per motivi di privacy).
Nel momento in cui mi sono rivolta alla psicoterapeuta ero rimasta sola (cosa strana per me) ma col tempo sono riuscita a trovare amicizie ancora più profonde di quelle che avevo conosciuto fino a quel momento.
Un pò ero io a volere davvero troppo delle persone, un pò non mi sentivo bene e questo non mi facilitava certo il compito di fare nuove amicizie.
Piano piano però ho raccolto molti frutti!
Spesso ci si fa terra bruciata intorno, senza accorgersene o nostro malgrado!
La verità è che una persona come me ha bisogno di persone con una sensibilità superiore alla media, io ho bisogno di sentire che le persone tengano molto a me.
Qualche post fa mi sembra che tu abbia scritto che la tua solitudine dipenderebbe da qualcosa che è dentro di te e non dagli altri (che a detta tua tu non selezioni neppure troppo).
Sei arrivata a definirti "mostro", incuriosendomi parecchio perchè non riesco a capire cosa avresti di così mostruoso!
Qualche post fa hai anche affermato che tu vuoi delle risposte definitive ed immediate da uno psicoterapeuta.
La domanda che ti devi porre è se pensi che sia possibile esaminare la tua interiorità e i tuoi primi 26 anni di vita in poco tempo.
Considerati i tuoi tempi, le tue difese, l'entrare in sintonia con lo psicoterapeuta, la complessità del tuo mondo interiore e dei tuoi problemi.
Io ero così impicciata di cervello che non mi aspettavo tempi brevi.
Mi meraviglia anche il fatto che il tuo psicoterapeuta ti abbia detto che avrebbe risolto i tuoi problemi in un anno.
Come mai ci hai creduto?
La psicoterapia ti sembra un qualcosa di definibile prima?
Ritieni possibile venire a capo dei tuoi problemi o delle cose che non riesci ad evitare di fare senza guardare quello che hai dentro ed esaminare il tuo passato?
Ritieni infine che esista qualcosa di definitivo?
Marta ha scritto:anche io, come te, penso, non avevo un problema specifico,
Guarda io ero bloccata su tutto, non riuscivo a fare più niente di quello che volevo (anche le cose più elementari), non stavo più bene in nessuna situazione, non capivo cosa diavolo avessi, ero tristissima e pensavo al suicidio.
La gente lo vedeva da fuori che non stavo bene, nel senso che a volte gli occhi e il viso sono rivelatori.
Ho capito che era arrivato il momento di cominciare un lavoro su me stessa perchè da quel punto non sarei riuscita a muovermi, prima di andare avanti era bene che dessi un'occhiata a tutto quello che c'era dietro di me e che a quanto pare mi faceva da zavorra.
Ricordo di essere andata in psicoterapia convinta che raccontando i miei disagi nel presente lei avrebbe potuto risolverli, non ero preparata al fatto che per venire a capo di certi inspiegabili disagi del presente sarei dovuta tornare molto indietro nel tempo.
Non ero preparata al fatto che nel primo periodo della psicoterapia sarei stata peggio di quando ero arrivata vista la comprensibile confusione che la terapia ha inizialmente generato.
Lei voleva prima di tutto che mi rendessi conto di una cosa, io invece partivo a razzo per realizzarla senza aver capito a fondo di cosa stessimo davvero parlando, la mia impazienza, la mia ansia hanno creato un gran casino che faceva pure in modo che la visuale non fosse mai sgombra!
Tra una seduta e l'altra facevo cose di cui mi sentivo puntualmente in colpa che occupavano tutta la seduta e quindi non si riusciva a parlare d'altro.
Io all'inizio ho veramente messo troppa carne al fuoco, sovrapposto casini del presente a casini del passato, non ho certo portato le cose in maniera ordinata e penso che lei ci abbia messo un pò a districarsi e a mettermi in condizione di comunicare con lei.
Non si sa quello che gli ho "vomitato" addosso alla mia psicoterapeuta, cose di cui non avevo mai potuto parlare con nessuno visto l'argomento, che si erano "incistate" stando lì dentro per anni e acquisendo un potere enorme su di me, cose che neppure vedevo e che man mano abbiamo portato in superficie, io le ho guardate bene in faccia e di alcune me ne sono liberata, altre sono state rese più innocue.
Per lungo tempo la mia psicoterapia è stata uno sfogarsi continuo, la psicoterapeuta riusciva a trovare il tempo e il modo di parlare a mala pena; in realtà andare in psicoterapia non significa solo sfogarsi, sia ben chiaro questo ma io traevo un enorme benessere da questa cosa.
Certe cose non le puoi dire in famiglia perchè sai che soffrirebbero troppo, non le puoi dire ad amici, parenti, conoscenti perchè non è il caso di tediarli.
A molte persone non gliene importa niente di starti a sentire, soprattutto quando hai cose pesanti da dire, cose che deprimono chi ti ascolta, questa funzione della psicoterapia secondo me non è da sottovalutare nè da dare per scontata!
Io non mi sono mai sentita così ascoltata e capita come in psicoterapia e vi assicuro che mi ascoltava davvero perchè quando ne parlavamo nelle sedute a venire lei si ricordava tutto.
È orribile non sapere chi sei veramente, non sapere neppure che hai certe cose dentro, la sensazione di cecità nei propri riguardi, di non capirsi, di sentirsi nervosi durante la giornata senza capirne il perchè, di non sapersi spiegare una cosa che tu da solo non colleghi ad altro, è ovvio che a un certo punto non riesci più a muoverti.
Vedo che i miei sforzi di scrivere post meno lunghi stanno dando i loro frutti!

"Lentamente scompare chi sceglie di percorrere ogni giorno la stessa strada, scompare chi maledice l'imprevisto, chi non parla agli sconosciuti, chi non sa sostenere uno sguardo; essere vivo richiede uno sforzo maggiore che il semplice respirare".